martedì 27 settembre 2011

Michele Magnifico: quando la televendita è trash #2



Michele Magnifico: un nome un programma.
Da quando l'ho scovato nei reconditi antri di Youtube ne sono rimasto impressionato a tal punto da non riuscire più a dormire la notte (balle). Ammetto che il personaggio e la fantomatica gag che lo ha reso famoso e che sto per mostrarvi risalgono a qualche, anzi molti anni fa e probabilmente molti di voi avranno già avuto il piacere di vederla ma, nel caso Michele Magnifico sia per voi un nome sconosciuto come lo era per me, mettetevi comodi, rilassati e preparatevi a quello che sto per mostrarvi, perché il Magnifico non è solo un singolare piazzista di gioielli da tv regionale, è anche uno splendido attore e una soprattutto una mente trash come poche. Infatti, the man in pink, durante una delle sue televendite, pensò bene di architettare una simpatica e trashissima messa in scena fingendo di venire minacciato di morte in diretta tv via telefono per mano di un misterioso Samuel: un fasullo rapinatore che durante la telefonata si vanta di aver rubato la bellezza di 35.000 LIRE che addirittura nel finale arriva a suicidarsi in diretta.

Vi rimando quindi subito ai video della gag in questione, per qualche oscuro motivo sono in tutto tre da due minuti l'uno (ovviamente guardateli in ordine).





MM: - Ma cosa sei? Un ladro? Un rapinatore?
S: - Sì, sono un rapinatore, una volta na' rapina l'ho fatta.
MM: - Sapessi quante rapine invece fanno a me, Samue', ogni sconto che faccio è una rapina!!

Adios!


P.S. per chi vuole segnalo la pagina FB di Michele Magnifico: FAN PAGE

sabato 24 settembre 2011

BOMBER: Anche i telecronisti possono essere bomber

Per questo nuovo articolo di Bomber ho deciso di parlare di due telecronisti del passato che hanno sicuramente fatto scuola e che potremmo definirli come dei Bagni ante-litteram. Il primo viene dal freddo Nord, in particolare da Vicenza laddove il suo nome è ancora leggenda: stiamo parlando infatti di Fabio Noaro ed ecco a voi il video contente alcune delle sue perle:



Un video sicuramente ricco di cit., tra le quali vorrei sottolineare le seguenti:
  • "E ricordo che quella di un arrivo a pari punti non è comunque un ipotesi da scartare anche se trattandosi di un ipotesi è solo una eventualità, come dire ipotetica appunto e quindi in fondo comunque ancora possibile anche se poco probabile e potrebbe essere che si possa pure arrivare a pari punti".
  • "Possiamo dire che alcuni ex-giocatori ora diventati anche opinionisti di TV e spesse volte fanno ridere, dovrebbero fargli anche la prova del palloncino per le cazzate che dicono, come del resto anche ad alcuni colleghi della carta stampata. Voglio considerare comunque a questo punto chiusa la polemica tra me e il sottoscritto". [Possiamo qui ben intravedere un classico esempio di lapsus freudiano in quanto accusa alcuni opinionisti di alzare un po' troppo il gomito, e dopo chiude la polemica tra "lui e il sottoscritto", probabilmente dopo essersi reso conto di rientrare in quella cerchia.]
  • "Probabile che salti la panchina e questa è davvero la scintilla che rischia di far traboccare la goccia".
  • "La temperatura del campo e' di 17 gradi. A voler essere precisi, 17 e un po'".

L'altro giornalista di cui vi voglio parlare proviene invece (per par condicio) dal Sud Italia e porta con sé tutto il calore della sua terra natia mettendolo nell'enfasi e nell'entusiasmo dei quali si serve nel raccontare il match della sua squadra del cuore. Stiamo parlando di Francesco Marcozzi telecronista storico della Giulianova.  Gustatevelo :


Semplicemente fantastico il modo con il quale invoca l'aiuto delle forze dell'ordine e della televisione di Stato, (mancavano solo i Caschi Blu dell'ONU) affinché portino via il guardalinee definito come un pericolo pubblico prima e come "cornuto" poi . Dopodiché, fregandosene totalmente dell'imparzialità che dovrebbe appartenere ad un telecronista come si deve, si lascia prendere dalla partita come un ultras in curva e, dopo un palo preso dalla propria squadra inizia un climax ascendente di invettive contro gli avversari cominciando col dare del CULONE al portiere e a tutto il Frosinone, "Portiere culone! Frosinone culone!" e concludendo in fine chiamando in causa pure la Madonna - a dir poco esilarante quando chiede ad un personaggio non ben identificato conferma riguardo la presunta CULONOSITA' del portiere del Frosinone- .

Bene, questo è tutto. 
Vi saluto e spero di tornare la prossima settimana...sempre sperando che non ci colpisca la "jella scarogna di tutti i colori".

Trash al cinema: Killer Pussy


Titolo: Sexual Parasite - Killer pussy
Titolo originale: Kiseichuu: kiraa pusshii
Nazionalità: giapponese
Anno: 2004
Regia: Takao Nakano
Interpreti: Sakurako Kaoru, Natsumi Mitsu, Tomohiro Okada, Tôgo Okumoto.


Killer Pussy è decisamente un film per stomaci forti (e possibilmente ubriachi). Si tratta di un must per tutti coloro che vogliono avvicinarsi ai film trash o ai b-movie in genere perché questo capolavoro firmato Takao Nakano ha ispirato un film che ha fatto fortuna in Occidente, Denti, ma ha influenzato anche i connazionali (come dimenticare le mirabolanti trasformazioni in Tokio Gore Police?).
Definirlo film è un po' troppo (trattasi di mediometraggio), anche perché credo che il budget sia sotto i 5000 dollari tanto sono penosi gli effetti speciali e la qualità delle riprese, ma è innegabile che si tratti di una tappa obbligata nel cammino verso il Trash. La trama, molto scarna, è presto detta: cinque giovani intraprendenti si smarriscono in una foresta e finiscono in un edificio abbandonato ignorando sapientemente il cartello a caratteri cubitali "NON ENTRATE". E la loro intelligenza si paleserà lungo tutto il corso del film - tocca chiamarlo così - per la gioia degli spettatori. Quel che non sanno è che all'interno di quest'edificio si trova una povera ricercatrice dentro un frigorigero, la quale è stata messa lì per poter intrappolare lo spaventoso mostro che si è annidato nella sua...be'...avete capito. E avrete anche capito come questo film abbia ispirato la patonza-coccodrillo di Tokio Gore Police. Questo grazioso essere simile ad un geco ha la facoltà di inserirsi in qualsiasi donna gli garbi e quando un incauto maschio si avvicina con intenti inseminatori esso strappa con virulenza il coso, cibandosene. 
La povera ricercatrice infetta è stata messa lì dai suoi colleghi ricercatori, i quali non possono immaginare che un'avventata curiosona aprirà il frigorifero liberando lei e il suo tremendo segreto intimo. Morale della favola quantomeno scontata con il mostro (perché da geco tutto sommato simpatico si trasforma in un biscione orrendo) che infetta anche le tre povere ragazze, le quali diventano delle vere e proprie sex-machines, assatanate di sesso (è un altro dono portato dal geco). I due poveri maschi che sognano semplicemente una sana scopata si troveranno dunque a bocca asciutta ma soprattutto con un amichetto in meno. 
Come detto, il fim è girato con mezzi di fortuna quindi la qualità degli effetti speciali è talmente bassa da essere imbarazzante. Poche righe sugli attori: evidentemente a Nakano non sembrava sufficientemente buona l'idea di girare un horror per cui ha deciso di trasformarlo in un porn-horror. Non mancano dunque scene di sesso abbastanza esplicito il quale passa decisamente in secondo piano perché se ti metti a guardare un film gore tutto ciò che chiedi è sangue e violenza del tutto ingiustificata. Nakano, regista non solo di film horror ma anche di film per adulti e soft-porn, ha scelto degli attori provenienti proprio dal cinema porno che riveleranno tutto il loro disagio nel dover recitare. Mi sono sembrati molto più a loro agio nelle scene vietate ai minori di 18 (o 16?). 
Insomma, la quantità di tette e culi è notevole (peraltro si nota con una certa soddisfazione che il regista dev'essersi impegnato non poco a trovare delle attrici giapponesi non piatte, anche se la spada di Damocle della chirurgia plastica non va mai dimenticata), il trash di certe immagini resterà probabilmente ad imperitura memoria ma di certo è un fim che rivela tutta la sua bassezza. Va comunque visto. Un po' come certi classici della letteratura russa, pallosi all'inverosimile ma pietre miliari del genere. 
Vi schiaffo il trailer, non sia mai che la visione vi spinga a guardarlo:





giovedì 22 settembre 2011

Giuseppe Simone è tornato!

Gioite gente: il sommo è tornato!
Dopo che ve ne avevo annunciato la triste scomparsa dal web: Allarme: Giuseppe Simone è scomparso dal Tubo, giulivo come un fringuello in primavera mi appresto ora a comunicarvi il suo grande ritorno sulle scene.
Proprio ieri infatti il nostro trash fenomeno ha pubblicato un video nel suo vecchio canale: ilcontediVenoge, nel quale annuncia il suo ritorno e spiega il motivo della sua assenza.
"Io vi chiedo scusa se sono mancato [...] ma ho avuto problemi seri di salute, molto gravi!".
Queste sono le parole, pesanti come pietre, con le quali Big Giusy esordisce. Il pugliese appare provato e notevolmente dimagrito mentre si appresta a spiegare le dinamiche del suo tragico incidente: in poche parole facendo un tuffo da una scogliera "ha avuto una crisi convulsiva" (cit.) ed è andato in coma.
(Il racconto di Giuseppe come potete ben immaginare non è molto chiaro su ciò che realmente è avvenuto, non ho compreso se abbia battuto la testa o cosa...)
Non penso ci sia molto altro da puntualizzare.
Spero di cuore che Giusy si riprenda presto potendo così continuare regalarci nuove trash-emozioni come ha fatto magnificamente in quest'ultimo anno.
Vi linko qua sotto il video.


mercoledì 21 settembre 2011

Copertine da brivido vol.1

Vi schiaffo 20 copertine di album (cd, vinili etc...) pescate a caso fra le peggiori covers della storia.
Buon divertimento!!





















P.S.: ho postato qualcosa di veloce poiché questa settimana sono oberato di cose fa fare. Fino a venerdì non vedrete nulla di impegnato su questo blog. Poi una, forse due recensioni riguardo due film la nostra piccola associazione culturale ha visionato di recente. Sabato secondo appuntamento con Bomber, Domenica se trovo qualcosa vi posterò una trashata. 

lunedì 19 settembre 2011

Secondo teaser trailer per il "full sequence"

Proprio come un fulmine a ciel sereno ecco che il maestro del trash Tom Six ci regala all'improvviso un secondo teaser trailer del suo prossimo capolavoro: il seguito di The Human Centipede.

L'uscita del trailer risale più o meno alla settimana scorsa.
In realtà a mio avviso non penso sia un gran che come trailer. In 50 secondi vengono mostrate tante scene risalenti al "First sequence" e la presentazione di quello che sarà il pazzo artefice del famigerato secondo centipede a 12 persone.
Non penso ci sia molto da dire, se volete qualche ulteriore anticipazione vi rimando a questa pagina: "The Human Centipede, arriva il 2".

Buona visione.




P.S. Vi faccio notare che ho creato la fan page su facebook...se volete sempre essere aggiornati sulle news da ilCentipede vi conviene diventare fan.

domenica 18 settembre 2011

Trashate Domenicali #2


Proprio come avevo previsto, non sono stato fedele alla promessa fatta qualche settimana fa riguardo la mia rubrica "Trashate domenicali", cioè di aggiornarla puntualmente ogni domenica. Sia chiaro, questa volta la colpa non è della mia pigrizia. Purtroppo, nonostante avessi cercato a fondo nei giorni passati, non ho trovato nulla di valido da mostrarvi riguardo il binomio domenica-trash. Cercando su Youtube in questi ultimi giorni, ho trovato solamente video delle più recenti incazzature di Vittorio Sgarbi a "Domenica 5"che, per carità, sono sicuramente anch'esse un piatto prelibato per chi apprezza l'impegno delle star televisive nel comportarsi in maniera grottesca, ma hanno, secondo il mio modestissimo parere, ultimamente perso un po' di colore.
Fortunatamente, proprio ieri mi è capitato casualmente tra le mani il video di una vicenda che avevo totalmente rimosso dalla memoria e che rientra proprio nell'argomento di questa mia ancora scarna rubrica.
L'ultima volta c'eravamo lasciati con il classico dei classici: Zequila vs Pappalardo svoltosi nell'arena di Domenica IN. Rimaniamo, anche per questo secondo numero, nel meraviglioso mondo del contenitore domenicale di Rai Uno, precisamente in una punta speciale "post Festival di San Remo" penso risalente al 2009. Protagonista della vicenda la cantante milanese Ornella Vanoni che, nonostante la sua oramai non più giovane età, si concede per l'occasione una bravata da vera ROCK STAR.



Nel video potete vedere la cantante: sì vecchia, sì sgraziata ma soprattutto ubriaca fradicia, come una perfetta Amy Winehouse da club del ricamo.
"Nou nou, oh oh" queste le parole con le quali esordisce sul palco dell'Ariston, molto profonde oserei commentare, quasi volte ad evocare i primi momenti della storia della musica, quando gli ominidi della Preistoria, dai quali tutti noi discendiamo, scoprivano gli echi delle caverne e delle vallate emettendo gutturali nou-nou e oh-oh  per sentirne il ritorno di suono (in realtà si trattava solo una specie di prova microfono).
Una volta scesa dalle scale inizia poi con una querimonia a dir poco toccante sul fatto che la povera donna abbia dovuto aspettare molto tempo prima di entrare in scena, la quale pian piano esplode in un tripudio di intolleranza, verso la Bianchetti. A questo punto, visto il mio profondo disappunto nei confronti di quel personaggio ridicolo che è la conduttrice mi permetto di esultare con un bel "EVVAI ORNELLA" e di unirmi al suo "Ma cosa dici?! Io ho detto un'altra cosa, non hai capito! (con risatina finale)"
La performance continua poi con uno sputacchiamento di rospi, rane e girini da parte della cantante che si rivela confessando la propria opinione a proposito del suo esordio a S.Remo, dei contest canori e soprattutto dei presentatori televisivi. E' proprio vero: in vino veritas!
Ci tengo a precisare che mi sento pienamente volto a condividere il pensiero di Ornella: basta con le ipocrisie del piccolo schermo!!
L'allegro siparietto si esaurisce pian piano con l'arrivo di quella che in teoria sarebbe dovuta essere la protagonista della scena: Simona Molinari, per poi terminare con un'ultima e imbarazzante prova microfono da parte della nostra rock star della terza età.

Non penso ci sia altro da dire o da evidenziare, spero che questa gag abbastanza inedita sia anche abbastanza trash per i vostri gusti.
Vi lascio poiché vado a consumare il mio consueto lauto pasto domenicale in famiglia.
Adios!!

sabato 17 settembre 2011

BOMBER: Salvatore Soviero


Ecco le parole di Soviero: "ma vafammokk a mammet,stu figl e na puttan,mokk a kella latrin e mammet.... stu figl na granda latriiiin...kell mammet kest fà aizz a bandierin...mannagg ......t'attakk ....te skiacc....stu figl e na puttan...stu figl e na granda troij.."
Traduzione: "non apprezzo tua mamma, vai a pisciare in una latrina...ma perchè hai alzato la bandierina? Mannaggia a te, e si che tua mamma era così una brava donna."

Vi chiederete: "Carlo, ma perché hai scelto un portiere per iniziare una rubrica sui bomber? Perchè non parli di Protti, Tomasson o Dario Hubner?" Semplicemente perché nessuno di questi tre è stato un vero bomber come io lo intendo.
Con bomber infatti io intendo uomini puri, uomini d'altri tempi, uomini che non pensano solo al calcio (o ai vari sport che praticano) come mera azione sportiva ma che sanno anche regalare ai propri tifosi delle gioie, delle "GIOIE TRASH".
Uno di questi è per l'appunto Soviero, un Napoletano di Nola che nella sua vita non si è mai fatto mettere i piedi in testa da nessuno, nemmeno dai più grandi campioni come Del Piero, al quale durante un Reggina-GIubentus ha dato, da vero gentiluomo, del ricchiune:


Possiamo, se vogliamo, vedere il nostro campione come rappresentante di quel "uomo-animale" che ormai è sempre più raro rinvenire nel mondo dello sport, quello più selvaggio, quello probabilmente " ..più uomo di tutti voi messi insieme" (cit.)
Eccolo in un'ultima dimostrazione di forza bruta:




Ovviamente non ho finito però sta mattina ho dei problemi intestinali e non riesco a concentrarmi. Quindi vi saluto.

venerdì 16 settembre 2011

Trash in pillole #1


Sì, ce l'ho con i cantanti neomelodici partenopei!
Gigi d'Alessio, lo conoscete? Bene, tempo addietro fu vittima delle Iene che lo accusarono apertamente di plagio. -Riguardo tale argomento vi invito ad andare su http://www.plagimusicali.net, cliccare a sinistra su Archivio plagi e cercare (opzione in alto a sinistra) "Gigi d'Alessio"-.
Ad un certo punto l'intervistatore chiese: "Hai mai plagiato?"
La risposta di Gigione fu secca: "Le note sono sette."

Notte picciotti!

giovedì 15 settembre 2011

Roberto Artigiani: quando la televendita è trash

Quanto può costare un alimentatore per console? Non siamo ad Ok, il prezzo e giusto ma se siete degli affezionati clienti di Roberto Artigiani la risposta che darete senza esitazioni sarà € 69. Ho indovinato?
Se siete meno attenti mi chiederete invece: chi è Roberto Artigiani?
Dopo un sospiro di compatimento per tutti coloro che non conoscono questo meraviglioso personaggio, passo direttamente la parola ad uno dei suoi capolavori cosicchè possiate fin da subito entrare nell'atmosfera:

 (mi spiace per l'audio che salta ma questo passa il convento)


Dicevo.
Roberto Artigiani è probabilmente uno dei televenditori più celebri del piccolo schermo, una vera icona per tutti coloro che vogliono acquistare comodamente seduti in poltrona e con l'apparecchio telefonico sottomano.
Ma che cosa vende questo bonario uomo dall'accento toscano e dalla battuta facile? Di tutto: dal compressore ad aria all'idropulitrice, dal ripara botte al rasoio tuttofare. Insomma, un vero tuttofare delle televendite che si è fatto le ossa nelle reti locali ed ha trovato poi la consacrazione...nelle reti locali (eh beh, tutto non si può avere dalla vita).

Il video che vi ho postato è praticamente diventato leggenda su YouTube, rendendo Roberto Artigiani una star indiscussa sia per tutti coloro che possono ricordare di aver visto almeno una sua televendita sia per chi non ha mai avuto la fortuna di imbattersi in lui durante un noioso zapping estivo. Si tratta di una rivoluzionaria console che veniva venduta certamente fino a pochi anni fa quando il confronto con colossi come PlayStation o Xbox era già ampiamente imbarazzante. Ma Roberto, ignaro del progresso tecnologico in atto da almeno due decenni, va dritto per la sua strada e reclamizza un prodotto invendibile. Chapeau.  Naturalmente gli spunti da un video del genere si sprecano. Ne ho selezionati alcuni.
  • Da navigato televenditore, il buon Roberto comincia subito con un'iperbole per impressionare lo spettatore. Babbo Artigiani ci dice infatti che il Power Player Super Joy è dotato di 1000 giochi. Poi, rendendosi conto che dovrà dire un sacco di fandonie preferisce ripiegare sulla verità e ci confessa che il vero numero è "esattamente 73". Ottima partenza!
  • Subito dopo si passa alla rassegna dei giochi contenuti nella "console": si va dal calcio al besboll (sic), dal popai (sic. Forse intendeva Popeye?) al duello weste (ari-sic) e "chi più ne ha più ne metta", ci dice Artigiani. Come dargli torto? C'è tutto! Vi annoierete a provarli tutti! (e su questo c'è  poco da dubitare). Non gli si può certo rimproverare di non essere ottimista. Certo, non siamo ai livelli del Baffo e della sua carta vincente, l'asma, ma anche la pacatezza un po' casalinga del nostro amico riscuote un certo successo.
  • Meraviglioso, a mio modo di vedere, il momento in cui denigra apertamente le altre console in commercio uscendo allo scoperto e ammettendo la presenza di concorrenti sul mercato. Ma qui sta tutta la genialità: confidando nell'ingenuità dello spettatore medio, Roberto Artigiani ci dice che col Power Player Super Joy "non c'è da fare tutte quelle operazioni complicatissime come cambiare il disco"! Capite? No complicazioni, solo risparmio e tanto, tanto divertimento!
  • Sempre per la serie "spacciare un mulo per un cavallo" la televendita prosegue nella celebrazione dell'oggetto in vendita e nella denigrazione dei concorrenti. Difatti, la console in questione possiede ben 73 giochi ma, come se non bastasse l'esorbitante numero di possibilità che ci vengono date in un solo colpo, ogni gioca ha un diverso livello di difficoltà! Quindi le già infinite possibilità raddoppiano, triplicano! Invece, un povero idiota che non ha comprato il Power Player ed ha preferito marche più prestigiose dovrà sborsare cinquanta, macchè cinquanta!, cento euro per ogni singolo gioco. Ogni singolo gioco. Che dunque verrà molto velocemente a noia, provocando un vortice di spese insostenibili.
  • Infine, il prezzo. Come detto, le altre console in commercio sono costosissime e hanno poca varietà. La console rivoluzionaria che ha fatto tremare i giganti dei videogame costa appena € 69, una cifra ridicola che, come Roberto ci insegna, servirebbe solo ad acquistare l'alimentatore! E vogliamo parlare della pistola metallizzata? Senza esagerare, saranno almeno € 30! Che dire? L'anchorman di Telemondo ci informa dunque sul reale prezzo del Power Player Super Joy prima affermando che costa € 350 per poi fare cifra tonda...€ 400! Insomma, un acquisto intelligente che non peserà affatto sull'economia della famiglia. Quanto mi piacerebbe sapere a quanto corrispondono le "due lire" per le spese di spedizione...
Bene, credo di avervi esposto adeguatamente (per quanto possibile) questo Genio assoluto del Trash, un uomo capace di avere il coraggio di vendere (non abbiamo - purtroppo - notizie sul successo o meno di  tale prodotto e quelle che abbiamo sono poco affidabili) oggetti improponibili, superati e surclassati in qualità e costo ma altrettanto capace di metterci la faccia e di non perdere la dignità di fronte a cotanto putridume. È la magia delle reti locali!


Il vero capolavoro arriverà comunque qualche anno dopo il lancio di questo articolo quando Roberto Artigiani torna a calcare il palco delle grandi televendite, riproponendo il suo cavallo di battaglia (veniamo informati che il PPSJ ha avuto un grandissimo successo in tutta Italia ma ci riserviamo qualche dubbio sulla veridicità dell'affermazione) in una veste rinnovata e accattivante: il Mega Power (purtroppo non più Super Joy):




La cosa più esilarante di tutto ciò è che il buon uomo dev'essersi accorto di aver pisciato abbondantemente fuori dal vaso nelle precedenti televendite per cui, introducendo questo nuovo best-seller, ci parla con il cuore mano: "Poi, qualcuno potrebbe dire che esiste qualcosa di meglio, nella vita c'è sempre qualcosa di meglio, no? Eh? Anche voi sarete bellini, ma ci sarà qualcuno più bello di voi". Ma voi non amate follemente la totale genialità di questa frase? Non amate il suo artificio retorico che fa sentire in colpa il vanesio spettatore che con un sorriso di sufficienza osava prendere in giro questo incredibile reperto di storia?
Ma insomma! "Gardate la grafica, guardate i colori, guardate la musichetta! È stupendo, STU-PEN-DO!" (cit.)

martedì 13 settembre 2011

Peppe Simone: giovane promessa della canzone napoletana.

Questa mattina, nonostante mi fossi ripromesso di sospendere la mia videodipendenza per mantenere una salda concentrazione in vista del mio prossimo esame universitario, ho pensato bene (o forse male) di sgarrare e di entrare ugualmente in internet. In preda alla smania di scovare video inediti del recente scomparso Giuseppe Simone (per ulteriori informazioni), mi sono messo su Youtube alla ricerca di un vecchio filmato dove lui cantava "Oh Happy Day" con in mano un pene fatto di frutta. Ecco, il video originale (sottolineo originale) ovviamente non l'ho trovato -quindi colgo l'occasione per appellarmi ai nostri pochi lettori: se siete in possesso del video fatemelo pervenire in qualche modo, grazie- ma in compenso sono venuto a conoscenza dell'esistenza di un omonimo di Big Giusy: Giuseppe "Peppe" Simone, cantante in erba, nuova promessa della canzone partenopea che ha purtroppo, o per fortuna, deciso di rendere noti al mondo i suoi videoclip.
Peppe ha tutto quello che serve per essere insultato: una voce alquanto nasale che definire ridicola è poco, delle sonorità anni '80-'90, un'incredibile banalità nei testi, un pessimo gusto nel vestire, un'età compresa tra i 15 e i 18 anni. Il riassunto di tutto ciò è: un ragazzetto in piena crisi adolescenziale che ha guardato troppe puntate di Amici. 
Le location dei suoi tre videoclip ufficiali "Dimmi che m'ami", "Daniela" e "Grazie papà" meritano davvero: un parco giochi, il mare d'inverno, ancora un parco giochi. Una tristezza infinita! Come del resto le protagoniste femminili dei suoi video: in "Daniela" dove la signorina, che pure canta (e male) avrà si o no 11 anni e in "Dimmi che m'ami" a riguardo della quale dolce (si fa per dire) donzella non oso nemmeno pronunciarmi.
Una nota di merito va sicuramente data al padre del ragazzo che ha avuto il coraggio di imbarcarsi nell'impresa di sponsorizzare ed incoraggiare il figlio nel diventare un'icona del trash.
Vi lascio con i suoi tre capolavori, in ordine: "Grazie papà", "Daniela" e "Dimmi che m'ami", sono sicuro che li apprezzerete. Volendo potreste anche lasciare un commento su Youtube sulla bacheca di "Grazie papà" (gli altri due video hanno i commenti disabilitati) ed unirvi così alla moltitudine di utenti che hanno espresso a chiare lettere i sentimenti che la voce di Peppe suscitava ai loro cuori.

  

P.S. Seguono i migliori commenti lasciati dagli utenti di Youtube sulla bacheca di "Grazie papà":

  • "TU. NON ESISTI, NON PUOI ESSERE VERO, RIFIUTO DI CREDERLO." (LarryHazard)
  •  "ti giuro non ho dormito la notte...non ho mai visto un video peggiore di questo" (sasinho909)
  • "TUO PADRE MI FA RIBREZZO" (pirletto666)
  • "comm si bell ammor mij" (PinoMandarino)
  • "Ma chi ti ha vestito?Uno zingaro?" (Terrenigma Traveler)

domenica 11 settembre 2011

Allarme: Giuseppe Simone è scomparso dal Tubo.


Avete sentito bene: l'Eroe del trash, il Sommo minchione, l'Humpty Dumpty delle Puglie è scomparso da YouTube. Il fattaccio risale all'incirca a metà della settimana scorsa, grossomodo giovedì. Big Giusy ha chiuso il suo canale ufficiale "il Principe del Salento" e, come se non bastasse, anche il suo secondo spazio "il Conte di Venoge" e la sua pagina facebook, portandosi con sé tutte le sue perle di saggezza formato video.

Sulla sua fan page gli ammiratori sono tristi e preoccupati di dover molto probabilmente rinunciare per sempre al filmatino quotidiano, fonte di ilarità infinite. Nessuno sa ancora con precisione cosa abbia spinto Giuseppe ad abbandonare la sua folle campagna informativa riguardo i più assurdi e libidinosi argomenti che possano mai balzare alla mente di un essere umano.
Quattro sono le supposizioni che circolano in rete riguardo la scomparsa:


  1. Problemi di salute che hanno spinto Giuseppe a chiudere baracca e burattini.Spero vivamente non sia così.
  2. Intimidazione giudiziaria a rimuovere i video per i contenuti. 
    Poco probabile. Se così davvero fosse, ci rimarrei proprio male nel contemplare fino a che punto possa arrivare la cattiveria umana.
  3. Giuseppe si sia semplicemente rotto di ricevere insulti da coloro che non comprendono il suo genio.
    Questa potrebbe sembrare la più accreditata, io però non la supporto, per il semplice fatto che Giusy è sempre stato vittima delle angherie dei benpensanti, per quale motivo proprio ORA, dopo quasi un anno di attività ed un anno di insulti dovrebbe lasciar perdere la sua missione? Non è da lui darsi per sconfitto.
  4. La quarta, quella che sostengo essere più accreditata, è che Giuseppe si sia reso conto della VERA NATURA della sua popolarità. Sono arrivato a questa conclusione ripescando un vecchio video risalente a Maggio di quest'anno dove Giuseppe già esprime dei chiarissimi segnali di insofferenza verso  il suo pubblico:

In definitiva questo è, a parer mio, il motivo principe del suo addio. Giuseppe si è reso conto che la tipologia di notorietà raggiunta non era come quella sperata.
Se davvero questo è il motivo del suo addio comunque (questa volta) non riesco a non dare ragione a Giuseppe! Lui non è un Gemma del Sud o Laura Scimone qualunque. Lui è una vera e propria SUPER STAR DEL TRASH! Dunque perché mentre gente del calibro di Brabara d'Urso nuota dell'oro mentre Giuseppe Simone si ritrova ad affogare nel letame??

Buona domenica a tutti.

P.S. vi terrò aggiornati riguardo nuovi sviluppi della faccenda.

giovedì 8 settembre 2011

Bomber

AVVISO alla (scarsa) UTENZA

A breve l'amico Carlosberla partirà con la rubrica "Bomber-trash allo sport".
Brevi analisi su esilaranti eventi di dubbio gusto che hanno segnato la storia del mondo dello sport.
La rubrica avrà cadenza settimanale (si spera) e comincerà da sabato prossimo (si spera, ancora).


Buona cena e buon fine settimana!

Trash al cinema: Tokio Gore Police

Titolo: Tokyo Gore Police
Titolo originale: 東京残酷警察  (Tōkyō zankoku keisatsu)
Nazionalità: giapponese
Anno: 2008
Regia: Yoshihiro Nishimura
Interpreti: Eihi Shiina, Keisuke Horiba, Itsuji Itao, Yukihide Benny, Jiji Bu, Ikuko Sawada, Shun Sagata

Troppo facile, verrebbe da dire. Sì, perché se devi parlare di cose trash e tiri fuori un film del genere il tuo compito da blogger è fin troppo facile. Eppure sono i compiti più facili a nascondere le maggiori insidie.
Con questo sentenzioso incipit, comincerei a commentare Tokyo Gore Police, che come dice il titolo appartiene senz'ombra di dubbio alla categoria denominata "splatter" (per chi non lo sapesse: "gore" significa "splatter"). Il film, selezionato democraticamente dal circolo cinefilo 'Il Centipede', ha tutto ciò che vi serve per passare una serata spensierata (e lo dico senza ironia, giuro): sangue a zampilli, violenza più o meno ingiustificata, del sano e sadico sarcasmo su temi quali il suicidio - tema particolarmente caro ai nipponici - ed effetti speciali a go-go.

La trama. Nella Tokyo del futuro la polizia privatizzata (occhio a questo particolare) deve fronteggiare dei nemici sanguinosi e dotati di un potere particolare: appena questi vengono feriti o mutilati, la parte offesa viene rimpiazzata da un'arma letale che va dalla mitragliatrice, al pene bazooka (avete letto bene) al cervello sparatutto. Insomma, una delizia per gli occhi. La vicenda va avanti con zampilli vari di sangue - il che fa  supporre che i giappi posseggano una quantità superiore di sangue, peraltro dotato di una pressione superiore alla media data la violenza con cui esce dai corpi - fino a che la situazione degenera e la polizia, che dovrebbe essere tra i buoni, comincia ad uccidere tutto ciò che potrebbe essere un Engineer (il nome di questi orribili mutanti). Si ha quindi un capovolgimento molto interessante tra buoni e cattivi dato che la protagonista, appartentenente al corpo privato di polizia, viene infettata da uno di questi cosi e diventa dunque uno di loro. Tagliando corto, la trama si ingarbuglia troppo e non ho voglia di raccontarvela per filo e per segno. Vi basti sapere che sono i particolari a rendere davvero notevole il film e che la trama passa decisamente in secondo piano di  fronte a certe perle.

Innanzitutto, lo splatter. Come già accennato, il sangue regna e non potrebbe essere altrimenti. Sono circa una decina le scene in cui mutilati assistono all'allegro zampillare della loro linfa. A tal proposito Nishimura ha affermato che l'attrice protagonista, Eihi Shiina, è "l'unica attrice al mondo che può rimanere così bella in mezzo a tutto questo sangue". Che sia un complimento? Poi, le trasformazioni degli Engineer. Evidentemente deve piacere molto ai giapponesi questa idea che quando ferisci il nemico questi diventa ancora più forte e pericoloso. Della serie, più mi massacri più ti massacro, tanto per non far mancare un po' di trucidume alla vicenda. Questa volta però, anche delle menti tutto sommato prevedibili come le loro, riescono a sorprendere lo spettatore perché la crocodile-vagina (credo si tratti di un'ispirazione provocata da Killer Pussy, il film che ha ispirato pure Denti) va probabilmente al di là del confine della  sanità mentale (linko perché a tutto c'è un limite. Be', in realtà no. Ma è carino dirlo). Memorabile anche l'asportazione torture-porn del pisellino di un ignaro avventore che desiderava solo un po' di piacere orale, la conseguente e dolorosissima (si sa, la partecipazione, per quanto poca, c'è sempre in questi momenti) pioggia di sangue, senza dimenticare le disperate urla del povero neo-eunuco, incapace di svenire dal dolore. Evidentemente non fa così male.

In secondo luogo, i meravigliosi intermezzi pubblicitari, dei puri momenti di delirio. Ora, non so se questa sia la consuetudine nei film prodotti nel Sol Levante o se sia invece una geniale intuizione del regista che dà al film - se possibile - un'ulteriore sfumatura di grottesco, ma io reputo questi spezzettamenti i veri colpi di genio del film. Tu sei là, bello tranzollo che ti godi il massacro, l'evirazione di un povero sfigato, la trasformazione in coccodrillo di una patonza o il tentativo di suicidio di qualcheduno e paf! ecco cosa ti schiaffa il Nishimura:


Una pubblicità su un comodo taglierino da viaggio! È carino! E quando ti tagli non fa così male! Yei!

Infine, il taglio 'denuncia sociale'. Perché il buon regista non vuole fare della "violence for violence's sake", no. Nishimura ci stupisce, ribadendo più volte la sua totale contrarietà alla privatizzazione della polizia (argomento alquanto discusso negli U.S.A., per esempio) sottolineando a più riprese come questa porterà inevitabilmente ad un mondo di soprusi e violenze ingiustificate (non che non ce ne siano oggi, eh). Insomma, verrà anche accontentato chi vorrà avere qualche spunto di riflessione da un film. Ma immagino che chiunque lo guarderà si ricorderà più della vagina-alligatore o del cicciobazooka più che del tema della privatizzazione delle forze di polizia. Opinione personalissima, intendiamoci.

P.S. Non c'entra nulla, ma nell'ultimo pezzo (quello di Lil Angel$) non ho ringraziato il talent-scout che mi/ci ha fornito l'idea: tale Carlosberla Ongaro (ho censurato parte del nome per la privacy), il quale - mi dicono - potrebbe presto venire a rinforzare la troupe de "il Centipede". Sapete, due redattori per cotanto trashume non sono sufficienti...
Come dite? Non v'eravate accorti che non era una sola persona a scrivere?

martedì 6 settembre 2011

I grandi miti del trash: Orlando Portento

Bene bene bene, oggi è il 6 di Settembre, un giorno come un'altro se non per il fatto che proprio questa mattina mi è tornato alla mente un singolare personaggio di cui mi ero totalmente scordato, e sono certo che pure voi ve ne eravate totalmente dimenticati. Ebbene, ci penserò io a rinfrescarvi la memoria riguardo il buon vecchio Orlando Portento.
Ma chi è costui? Wikipedia dice: autore, conduttore e personaggio televisivo italiano, leggi: buffone da Canale5. Ancora, sempre secondo l'enciclopedia online, qualche eone fa, Orlando pare fosse uno scarsissimo teleasta. Caduto in disgrazia, ritornò alla ribalta come clown grazie al reality show "la fattoria" (ex trash, trash fit) del quale, per inciso, non era neppure un concorrente. 
Ed ecco il video del suo exploit con una giovanissima e tettonissima Barbara d'Urso:


Ma ora vediamo estrapolare dal video in questione, un po' di sane citazioni con le quali intrattenere gli amici nelle serate alcoliche:
  • "...c'era la Juventus di mezzo" (si, qui bisogna riconoscergli il merito di aver effettivamente anticipato di qualche mese gli eventi di Calciopoli)
  • "Io sono stato un ex di TUTTO!" (questa è fantastica)
  • ""cammellate"
  • "triccheballacche"
Da lì in poi il suo ritorno alla fama fu tutto in discesa: pagliacciate a destra e a sinistra, in alto ed in basso a mattino, pomeriggio e domenica Cinque. Ovviamente di queste buffonate non rimane quasi nulla poiché come sappiamo, Mediaset appena ne ha l'occasione spazza via da Youtube tutti i suoi scheletri nell'armadio.

Ma che fine ha fatto Orlando Portento, ora che le luci del successo si sono spente? Bene, nel 2009 si è lasciato con la moglie, quella Angela Cavagna che tanto aveva difeso alla fattoria e, proprio quest'anno, udite udite, pare si sia candidato a sindaco di Genova per le comunali del 2012.

Pare inoltre abbia aperto una trattoria siculo-genovese dal nome "le Cammellate". 
E, per finire, eccolo mentre pubblicizza il suo nuovo locale:


Avete sentito?? Vi misurano la pressione e in più vi danno pure 5 euro se andate a mangiare dal buon vecchio Orly!!! Ma cosa state aspettando!?

TUTTI AL "LE CAMMELLATE"!!

domenica 4 settembre 2011

RECENSIONE: Shark in Venice


Titolo originale: Shark in Venice
Regia: Danny Lerner
Nazione: USA
Durata: 85minuti
Cast: Stephen Baldwin, Vanessa Johansson, Hilda van der Meulen, Giacomo Gonnella, Atanas Srebrev


Un cocktail gagliardo di tutto ciò che un film d'azione deve avere: un tesoro nascosto, un irrisolto enigma storico, un insidioso dungeon, dei famelici squali che si aggirano per il Canal Grande, la mafia, i ninja assassini...mischiamo assieme tutti questi elementi nella maniera più sconnessa ed irrealistica possibile, contorniamo il tutto con una scenografia e degli effetti speciali che sarebbero sicuramente d'avanguardia se fossimo negli anni '60 et voilà: Shark in Venice di Danny Lerner è bello che fatto.

Ma bando alle ciance! Rendiamo a questo film gli onori che merita: personalmente, se fossi incaricato di produrre una serie di uscite settimanali da edicola intitolata "I grandi Miti del trash" sicuramente metterei Shark in Venice in allegato con uno dei primi numeri, forse addirittura il secondo.

Ma vediamo di analizzare in veloce la trama dell'opera.
Il protagonista della storia è il tipico grintoso mascellone yankee, per giunta professore universitario di immersioni subacquee che, in seguito alla misteriosa scomparsa del padre a Venezia, si reca nella città sull'acqua per far luce sull'accaduto invischiandosi a suo malgrado in tutta una serie di appassionanti, pericolose e tenebrose vicende. Una volta arrivato si rende conto che il defunto paparino era sulle tracce del fantomatico tesoro della famiglia De' Medici, nel film antichi sovrani di Venezia (cose verosimili solo nell'Universo Marvel) e che era finanziato in questa sua impresa nientepopodimeno che da  un terribile boss mafioso, nel film interpretato dall'italiano Giacomo Gonnella. Dopo una serie avvincente di lotte con gli squali, combattimenti acrobatici con pseudo ninja della mafia ed una guerra fra i mafiosi e i carabinieri con tanto di mitra e bombe a mano tutti gli arcani riguardo pescecani e tesori nascosti saranno prontamente svelati.

Ad interpretare il ruolo del professor David Franks, l'Indiana Jones dei poveri, abbiamo il fratello sfigato di Alec Baldwin: Stephen, che forse ricorderete per il ruolo del senatore amante delle donne uccellute, Patrick Darling IV in Dirty Sexy Money. Per rinfrescarvi la memoria eccovelo in un raro filmato di repertorio.




Parlando di questo capolavoro del Trash con la T maiuscola non posso sicuramente non parlare degli effetti speciali, a mio avviso qualcosa di estremamente coraggioso. Non voglio assolutamente rovinarvi la sorpresa ma ritengo sia un mio inderogabile dovere anticiparvi che per girare questo film (sugli squali) non sono stati utilizzati veri squali in carne ed ossa. Gli animaletti che avrete il piacere di vedere durante il film non sono altro che spezzoni di documentari molto poco sapientemente montati fra due scene.

Devo ammettere che fin qui la mia recensione è stata un po' limitata, vi sono tanti altri dettagli che veramente meriterebbero di essere osannati uno per uno: i dialoghi in italiano maccheronico, gli inseguimenti INFINITI lungo porticati che si ripetono uno dopo l'altro assolutamente identici tra loro etc... per concludere Shark in Venice sarà sicuramente molto apprezzato dagli intenditori del brutto cinema. Curiosità finale, il film non è stato girato a Venezia e nemmeno ad Hollywood ma negli studi bulgari della Nu Image.

Vi lascio con il trailer.

CHE IL TRASH SIA CON VOI!









sabato 3 settembre 2011

Per quelli che...vorrebbero che l'estate non finisse piu'!!! (cit.)



Eccolo qui il vero fenomeno indiscusso del web, l'erede di tutta una serie di fenomeni che vanno da Gemma del Sud a  Giuseppe Simone passando per l'indimenticabile Mino Franciosa.

Lil Angel$.

Non è la prima volta che il mondo patinato del rap si avvicina a quello inzozzato del trash: come dimenticare le turpi esibizioni di Truce Baldazzi, 115 kg di pura insolenza con il fardello di un'erre moscia che sta al rap come Ivan Cattaneo sta alla lotta romana? Tuttavia questo nuovo fenomeno di YouTube, destinato perciò ad una gloria tanto fulgente quanto evanescente, sembra poter spazzare via tutti i residui dei suoi precursori.
Perché Lil Angel$ non ha la sfrontatezza di Gemma, non ha la massa di Truce, non ha l'icasticità di Giuseppe e non ha nemmeno quell'atmosfera grottesca che ha fatto la fortuna di Mino. Ma allora che cos'ha il nostro Lil? NIENTE! Questo è il bello, questo è ciò che agli italiani gli carica.
Lil Angel$ non ha:
  • un nome accattivante, essendo stato usato circa 72.000 volte in ambito Netlog e affini
  • ritmo. Legge semplicemente dei versi buttati a caso senza degnare di uno straccio d'attenzione il ritmo della base (tra l'altro terribile). Per dirla come un utente di Youtube: "questa è la conferma che non è vero che tutti i neri hanno il ritmo nel sangue". Idolo.
  • una voce decente. Perché ok che rappi. Ma almeno una voce che abbia una parvenza di dignità. Invece l'Anatroccolo Nero di Scardovari (mi piace immaginarlo così) sembra abbia appena subìto un'operazione chirurgica moooolto delicata.
  • un curatore d'immagine. E vabbè. Siamo alle prime armi. Ma non puoi fare un video in cui parli di mignotte e di tipe che si innamorano e poi schiaffarmi certe immagini. Avremmo apprezzato di più degli ignorantissimi copia-incolla dai video dei rapper americani. Se non altro avrebbe dimostrato un po' di cultura musicale.
  • degli amici che lo fermino. Perché un'iniziativa solitaria dalla propria cameretta è più che comprensibile (al giorno d'oggi). Ma se coinvolgi tutti i tuoi amici di cui due, se possibile, rappano peggio di te allora vuol dire che il mondo sta male. Veramente.
Insomma. Il mondo del web si sta scatenando e Lil Angel$ sa già cosa vuole il suo pubblico. Con un pezzo autoapologetico (passatemi il termine, ci tenevo ad usarlo), Deriso, l'Anatroccolo ci delizia ancora con le sue qualità indiscutibili difendendo a spada tratta le sue scelte di vita, mandando in delirio i suoi molteplici detrattori affamati di spazzatura.
Ma preferisco che vi godiate il pezzo che lo renderà celebre fino al prossimo tormentone. Perché al trash non c'è mai fine.


(tra l'altro sarebbe interessante conoscere il tizio che ha "riuppato" il video su YouTube, no?)

giovedì 1 settembre 2011

Chicche dal passato

Primi giorni di Settembre: siete giù di morale? siete leggermente a terra per via di questa estate 2011 che sta per arrivare al traguardo? Bene! Vi posto dunque una splendida chicca dal passato, un video che forse pochi ricorderanno ma che a me personalmente ha regalato una grassa, grossa e sincera risata finale, di quelle che proprio ti fanno sentire meglio! Ve lo ricordate il signor Alfredo Castro di Mai Dire TV no? bene, eccovelo in tutto il suo splendore:










Trash al Cinema: Black Sheep


Titolo originale: Black Sheep
Regia: Jonathan King
Nazione: Nuova Zelanda
Durata: 87minuti
Cast: Mattew Chamberlain, Oliver Driver, Tammy Davis, Peter Feeney, Tandi Wright

Che cosa distingue un film trash da un film trash che fa ridere? Be', la sensibilità dei suoi spettatori, direte voi. Sì, ma mettiamo che gli spettatori in questione siano passivi, annoiati, svogliati e poco ricettivi nel cogliere la filosofia malsana che sta dietro a quell'universo da noi amato, altrimenti detto Trash. Allora converrete che occorrerà una buona idea, un buon regista, dei buoni dialoghi, una buona trama ecc ecc. Black sheep (Pecore Assassine) riesce nel clamoroso intento di coniugare i due aspetti. Merito di Jonathan King, regista talmente anonimo nel nome e nella sostanza da non meritare nemmeno uno straccio di pagina Wikipedia (rendendolo dunque ingiocabile al Totomorti) ma capace di partorire un'idea geniale come questo film, vincitore di un premio tanto sconosciuto quanto intrigante come il Corvo d'Argento al Festival del Cinema Fantastico di Bruxelles, che non sarà il Festival del Cinema di Venezia o di Cannes ma che comunque deve avere qualche prestigio, a modo suo. La trama è semplice: in un villaggio della Nuova Zelanda dei ricercatori senza scrupoli combinano un  pasticcio genetico rendendo le loro vittime, le pecore, delle sanguinarie assassine da docili animali quali erano. Seguono scene tragicomiche che sono la vera carta vincente del film, come per esempio questa:



La scena, godibilissima, regala alcune perle che mi piacerebbe elencare.

Innanzitutto, King si esalta nell'umiliare la protagonista femminile, una radical-ecologista senza il minimo senso della realtà, costantemente sfottuta lungo il corso della pellicola. Personaggio irrinunciabile, appartenente a quella categoria di persone che il resto del mondo non può e non deve non odiare (mi scuserete per l'eccesso di non e per la macchinosità dell'espressione. Ma se anche non lo faceste, sticazzi). La ragazza, in pericolo di vita, prega infatti il conducente del camioncino di non investire le pecore rivelando così un bieco disprezzo per l'essere umano e un contemporaneo amore ingiustificato per gli animali facendo finta di ignorare che non si tratta di animali ma di esperimenti andati a male. Un +1 per il senso di sopravvivenza mi sembra quantomeno doveroso.
Al minuto 0:59 abbiamo uno di quei momenti che sfuggono certamente durante la prima visione e perciò, quando vengono rivisti, capaci di diventare sequenze cult. Il protagonista maschile è in evidente difficoltà (davanti alla donna che, lo hanno capito tutti dopo venti secondi di film, vuole scoparsi - probabilmente con un ecocondom) con l'accensione di una motosega. Si tratta di un momento drammatico: dentro il camioncino è in corso una feroce battaglia mentre sul camioncino il maschio dà scarsa prova di virilità. Ecco allora che il co-protagonista, tra un morso e l'altro della sua nemica, pronuncia la parola magica. "Premi!", gli intima.
Non so se avete mai avuto a che fare con certe motoseghe ma alcune di loro sono dotate di un sistema d'accensione quantomeno ingegnoso. Prima di attivare la stessa, si deve infatti premere ripetutamente un bottoncino. Solo con quel bottoncino si potrà poi tirare virilmente la corda e scatenare la potenza dell'arnese (che si rivelerà poi inutile ma tant'è). Questo particolare rende una scena potenzialmente penosa in un attimo di pura genialità trash. Tutto sta in quel maledetto ed insignificante bottoncino d'accensione. Magnifico.
Dopo un coinvolgentissimo duello in cui il tizio barbuto sbatte ripetutamente il capo della povera pecora (ecco, l'animalismo colpisce quando meno te l'aspetti) sul cruscotto del camioncino manco fosse Lorena Bianchetti (è un mio sogno, capitemi) ecco la scena clou, il momento principe di tutto il film. Risolto il singolar tenzone con l'ovino, il tizio barbuto (perdonatemi se non ci metto i nomi) sale sul camioncino e raggiunge i prossimi sposini. Ed è a quel punto che sorge spontanea la domanda, naturalmente affidata a quel genio di Sora Natura: "Chi sta guidando?". E come una taglientissima scure, l'ironia di King sposta il suo sguardo all'interno dell'abitacolo dove l'intrepida pecora si è messa alla guida, ignorando totalmente le logiche del film (per tutto il film le pecore attaccano ciecamente e non dimostrano un briciolo di intelligenza) ma regalando un momento di gioia surreal-trash difficilmente ripetibile. Purtroppo per lei, i tre scendono comodamente dal camioncino (anche il cane, con un balzo del tutto innaturale, scende, intuendo che il pericolo è vicino) e la pecora si schianterà irreparabilmente dentro una scarpata. Peraltro, poco dopo, la Sora Natura aggiungerà una nuova figura da imbecille (ma incolpevole) al suo ricchissimo repertorio (siamo ai livelli del campione nazionale di Nascondino funebre, Mike Bongiorno) quando commenta con "Uh, una discesona" proprio quando i due fratelli stanno commentando che è la stessa scarpata dove il padre perse la vita. Insomma, il personaggio ne esce a pezzi.
Non voglio dirvi molto altro sul film per non rovinarvi la magica atmosfera che Black Sheep porta con sé. Vi lascio quindi con questa immagine che non esiterei a definire epica.
Siamo verso la fine. La situazione è praticamente risolta, con la quasi morte del cattivo. Dopo aver visto un bel po' di sangue e budella, il nostro King però non vuole farsi mancare nulla e ci delizia con questa chicca in un momento che si presupponeva tragico. Dato che lo humour non deve mancare al regista, Johnny the King decide di regalarci questo momento di puro orgasmo fetish:


che rinomineremo "un distacco doloroso". (Che poi. Si allungherà veramente così tanto a riposo?)
Queste scarne informazioni vi danno un'idea, almeno indicativa, della demenzialità di questo film. Per il resto vi rimando alla visione di uno dei più grandi capolavori che siano stati proiettati a Bruxelles consigliandovi di non chiedere troppo al film e di calarvi completamente nell'atmosfera a molte miglia della civilizzazione (cit.). L'unica cosa che mi domando è: ma sono i kiwi che generano tutta questo trashume? Se è così dobbiamo assolutamente comprarne una cassa e contattare Simona Ventura al più presto!

P.S. Ho dimenticato la geniale campagna pubblicitaria promossa dalla casa di produzione. Ecco una delle locandine nate dall'idea di qualche mente malsana che mi piacerebbe invitare alla collaborazione con 'il Centipede':
Buona visione a tutti!