Titolo: Tokyo Gore Police
Titolo originale: 東京残酷警察 (Tōkyō zankoku keisatsu)
Nazionalità: giapponese
Anno: 2008
Regia: Yoshihiro Nishimura
Interpreti: Eihi Shiina, Keisuke Horiba, Itsuji Itao, Yukihide Benny, Jiji Bu, Ikuko Sawada, Shun Sagata
Troppo facile, verrebbe da dire. Sì, perché se devi parlare di cose trash e tiri fuori un film del genere il tuo compito da blogger è fin troppo facile. Eppure sono i compiti più facili a nascondere le maggiori insidie.
Con questo sentenzioso incipit, comincerei a commentare Tokyo Gore Police, che come dice il titolo appartiene senz'ombra di dubbio alla categoria denominata "splatter" (per chi non lo sapesse: "gore" significa "splatter"). Il film, selezionato democraticamente dal circolo cinefilo 'Il Centipede', ha tutto ciò che vi serve per passare una serata spensierata (e lo dico senza ironia, giuro): sangue a zampilli, violenza più o meno ingiustificata, del sano e sadico sarcasmo su temi quali il suicidio - tema particolarmente caro ai nipponici - ed effetti speciali a go-go.
La trama. Nella Tokyo del futuro la polizia privatizzata (occhio a questo particolare) deve fronteggiare dei nemici sanguinosi e dotati di un potere particolare: appena questi vengono feriti o mutilati, la parte offesa viene rimpiazzata da un'arma letale che va dalla mitragliatrice, al pene bazooka (avete letto bene) al cervello sparatutto. Insomma, una delizia per gli occhi. La vicenda va avanti con zampilli vari di sangue - il che fa supporre che i giappi posseggano una quantità superiore di sangue, peraltro dotato di una pressione superiore alla media data la violenza con cui esce dai corpi - fino a che la situazione degenera e la polizia, che dovrebbe essere tra i buoni, comincia ad uccidere tutto ciò che potrebbe essere un Engineer (il nome di questi orribili mutanti). Si ha quindi un capovolgimento molto interessante tra buoni e cattivi dato che la protagonista, appartentenente al corpo privato di polizia, viene infettata da uno di questi cosi e diventa dunque uno di loro. Tagliando corto, la trama si ingarbuglia troppo e non ho voglia di raccontarvela per filo e per segno. Vi basti sapere che sono i particolari a rendere davvero notevole il film e che la trama passa decisamente in secondo piano di fronte a certe perle.
Innanzitutto, lo splatter. Come già accennato, il sangue regna e non potrebbe essere altrimenti. Sono circa una decina le scene in cui mutilati assistono all'allegro zampillare della loro linfa. A tal proposito Nishimura ha affermato che l'attrice protagonista, Eihi Shiina, è "l'unica attrice al mondo che può rimanere così bella in mezzo a tutto questo sangue". Che sia un complimento? Poi, le trasformazioni degli Engineer. Evidentemente deve piacere molto ai giapponesi questa idea che quando ferisci il nemico questi diventa ancora più forte e pericoloso. Della serie, più mi massacri più ti massacro, tanto per non far mancare un po' di trucidume alla vicenda. Questa volta però, anche delle menti tutto sommato prevedibili come le loro, riescono a sorprendere lo spettatore perché la crocodile-vagina (credo si tratti di un'ispirazione provocata da Killer Pussy, il film che ha ispirato pure Denti) va probabilmente al di là del confine della sanità mentale (linko perché a tutto c'è un limite. Be', in realtà no. Ma è carino dirlo). Memorabile anche l'asportazione torture-porn del pisellino di un ignaro avventore che desiderava solo un po' di piacere orale, la conseguente e dolorosissima (si sa, la partecipazione, per quanto poca, c'è sempre in questi momenti) pioggia di sangue, senza dimenticare le disperate urla del povero neo-eunuco, incapace di svenire dal dolore. Evidentemente non fa così male.
In secondo luogo, i meravigliosi intermezzi pubblicitari, dei puri momenti di delirio. Ora, non so se questa sia la consuetudine nei film prodotti nel Sol Levante o se sia invece una geniale intuizione del regista che dà al film - se possibile - un'ulteriore sfumatura di grottesco, ma io reputo questi spezzettamenti i veri colpi di genio del film. Tu sei là, bello tranzollo che ti godi il massacro, l'evirazione di un povero sfigato, la trasformazione in coccodrillo di una patonza o il tentativo di suicidio di qualcheduno e paf! ecco cosa ti schiaffa il Nishimura:
Una pubblicità su un comodo taglierino da viaggio! È carino! E quando ti tagli non fa così male! Yei!
Infine, il taglio 'denuncia sociale'. Perché il buon regista non vuole fare della "violence for violence's sake", no. Nishimura ci stupisce, ribadendo più volte la sua totale contrarietà alla privatizzazione della polizia (argomento alquanto discusso negli U.S.A., per esempio) sottolineando a più riprese come questa porterà inevitabilmente ad un mondo di soprusi e violenze ingiustificate (non che non ce ne siano oggi, eh). Insomma, verrà anche accontentato chi vorrà avere qualche spunto di riflessione da un film. Ma immagino che chiunque lo guarderà si ricorderà più della vagina-alligatore o del cicciobazooka più che del tema della privatizzazione delle forze di polizia. Opinione personalissima, intendiamoci.
P.S. Non c'entra nulla, ma nell'ultimo pezzo (quello di Lil Angel$) non ho ringraziato il talent-scout che mi/ci ha fornito l'idea: tale Carlosberla Ongaro (ho censurato parte del nome per la privacy), il quale - mi dicono - potrebbe presto venire a rinforzare la troupe de "il Centipede". Sapete, due redattori per cotanto trashume non sono sufficienti...
Come dite? Non v'eravate accorti che non era una sola persona a scrivere?